venerdì 28 ottobre 2016


La sarta di Dachau - Mary Chamberlain


Londra, 1939. Ada Vaughan non ha ancora compiuto diciotto anni quando capisce che basta un sogno per disegnare il proprio destino. E il suo è quello di diventare una sarta famosa, aprire una casa di moda, realizzare abiti per le donne più eleganti della sua città. Ha da poco cominciato a lavorare presso una sartoria in Dover Street, e la vita sembra sorriderle. Un viaggio imprevisto a Parigi le fa toccare con mano i confini del suo sogno: stoffe preziose, tagli raffinati, ricami dorati. Ma la guerra allunga la sua ombra senza pietà. Ada è intrappolata in Francia, senza la possibilità di ritornare a casa. Senza soldi, senza un rifugio, Ada non ha colpe, se non quella di trovarsi nel posto sbagliato. Ma i soldati nazisti non si fermano davanti a niente. Viene deportata nel campo di concentramento di Dachau. Lì, dove il freddo si insinua senza scampo fino in fondo alle ossa, circondata da occhi vuoti per la fame e la disperazione, Ada si aggrappa all’unica cosa che le rimane, il suo sogno. L’unica cosa che la tiene in vita. La sua abilità con ago e filo le permette di lavorare per la moglie del comandante del campo. Gli abiti prodotti da Ada nei lunghi anni di prigionia sono sempre più ricercati, nonostante le ristrettezze belliche. La sua fama travalica le mura di Dachau e arriva fino alle più alte gerarchie naziste. Le viene commissionato un abito che dovrà essere il più bello della sua carriera. Un vestito da sera nero, con una rosa rossa. Ma Ada non sa per chi sarà quell'abito e nemmeno a cosa la porterà nel futuro. La sarta di Dachau è una storia di orrore e di speranza, di vite spezzate e della capacità di sopravvivere grazie ai propri sogni. La storia di una donna che non si arrende e che continua a lottare anche quando tutto sembra perso.

Sia nel periodo scolastico che nei momenti di svago con la lettura mi ha sempre colpito, affascinato ed interessato il tema dell'Olocausto; motivo per cui ho acquistato e letto questo libro che sono poi riuscita ad inserire nel domino collegandomi al mestiere della sarta.
In quinta superiore ho avuto la fortuna di partecipare a conferenze con delle signore partigiane ed altre sopravvissute ed anche di visitare il campo minore e femminile di Sachsenhausen.
L'intento della gita era proprio andare a Dachau in realtà ma purtroppo non ce ne fu la possibilità.
Credo che l'esperienza che ho fatto e le sensazioni che ho provato mi rimarranno impresse per tutta la vita; un conto è leggere la storia sulle pagine di un libro ma camminare sullo stesso suolo dei prigionieri, fare lo stesso percorso dall'area di smistamento fino alle baracche, vedere le divise sudice e logore, le misere brande e visitare infine i forni e le fosse comuni è un qualcosa che ti cambia.
Questo libro è stato scritto dopo un'accurata ricerca (come si può leggere nell'appendice) e seppur la maggior parte dei fatti sia stata inventata basandosi su altre storie fa vedere realisticamente come venivano trattati i prigionieri politici, quelli religiosi e quelli che venivano utilizzati come schiavi personali in casa dei tedeschi.
L'Olocausto non è solo campi di concentramento ma anche una lotta personale all'interno di una stanza come quella che fa la nostra protagonista; per conservare un minimo di umanità e di dignità.
E per di più in questo romanzo vediamo non solo il danno della guerra ma anche le innumerevoli beffe subite una volta sopravvissuti e tornati; costretti a mendicare o prostituirsi per vivere e respinti dalla famiglia proprio per questi motivi, soprattutto se eri donna.
Insomma, un ottimo romanzo ed un'ottima lettura che ci fa aprire ancora di più la mente facendoci riflettere.
Leggete anche l'appendice perchè dopo aver saputo quanto l'autrice è preparata, alla storia a cui si è ispirata ed alle ricerche che ha fatto l'ho apprezzato ancora di più, inoltre ho anche apprezzato molto che in questa storia si analizzasse appunto anche la vita dopo la guerra e non solo la prigionia.



Voi lo avete letto?Cosa ne pensate?


Ed ecco il resto delle recensioni pubblicate:

Spiccycullen a cui mi sono collegata
Misstortellino subito dopo di me



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